I cambi di stagione hanno sempre un effetto sul nostro benessere psicofisico. In particolare la primavera è un evento molto stressante per l’organismo, sia a livello fisico che psichico.
Però vedere le piante ricominciare a fiorire, sentire la temperatura che inizia a scaldarsi e vedere allungarsi le giornate, porta con sé significati simbolici di rinascita e speranza.
In primavera può emergere il desiderio di cambiamento, pensiamo anche al semplice gesto di fare il cambio degli armadi, di vedersi rinnovati nell’aspetto.
E in effetti, secondo alcuni studi, le variazioni di temperatura, di umidità e di pressione influenzano l’attività dei neurotrasmettitori. In particolar modo sappiamo che la maggiore esposizione alla luce solare, dettata da giornate più lunghe, favorisce la produzione di serotonina, il cosiddetto ormone del buonumore.
Ma il nostro corpo e di conseguenza la nostra psiche fanno sempre un po’ fatica ad abituarsi ai cambiamenti bruschi dettati dal cambio di stagione.
Ad esempio, sempre la maggiore esposizione alla luce implica una modificazione dei livelli di secrezione della melatonina, l’ormone che regola il ritmo sonno-veglia. Questa variazione, insieme al cambio dell’ orario, potrebbero fare insorgere disturbi del sonno, fino alla trasformazione in insonnia. A causa delle modifiche nella produzione di melatonina, infatti, si possono osservare vari tipi di difficoltà: una fatica nella fase di addormentamento, oppure risvegli notturni e di conseguenza la mattina non ci si sente completamente ricaricati.
Inoltre a causa dei cambiamenti che porta la primavera si possono osservare un rallentamento della funzione tiroidea, causata dall’innalzamento della temperatura, la comparsa delle allergie e un aumento della stanchezza.
Se l’insonnia si prolunga è importante rivolgersi allo psicologo, il quale può fornire informazioni ma anche strumenti e tecniche per affrontare le difficoltà del sonno.
La stanchezza primaverile si può manifestare con spossatezza e astenia (mancanza di forze), e questa condizione colpisce circa due soggetti su dieci.
Si possono osservare anche molti altri cambiamenti fisici (alterazioni del ciclo mestruale, sbalzi della pressione arteriosa, manifestazioni gastriche come iperacidità, variazioni della temperatura corporea) per i quali è importante consultare un medico se persistono o sono molti intensi.
La primavera può portare ad alterazioni dell’equilibrio ormonale, che possono influenzare i nostri stati di ansia, renderci più irritabili e manifestarsi con sintomi depressivi.In particolare l’ormone del cortisolo può essere prodotto in maniera eccessiva causando a livello umorale ansia e nervosismo. Il cortisolo viene infatti chiamato anche “ormone dello stress“.
Ma quindi cosa possiamo fare per affrontare questo periodo dell’anno?
Prima di tutto riconoscere che sono condizioni transitorie, che quindi il nostro organismo ci mette un po’ per attivare le sue funzioni di adattamento. Può essere utile spiegarci l’aumento dell’ansia e la comparsa di scarsa motivazione nel fare le proprie attività come un evento normale e aiutare il processo naturale di raggiungimento di un nuovo equilibrio.
Se invece i sintomi persistono o diventano più intensi, è opportuno consultare uno psicologo per favorire i processi di adattamento o per indagare insieme se ci possono essere altre cause.
Tra le varie strategie per mettere in moto un migliore adattamento certamente possiamo cambiare un po’ la nostra alimentazione, sostituendo i cibi invernali con i nuovi prodotti che la natura offre. Potrebbe essere utile chiedere consiglio al medico.
Molto importante è anche l’attività fisica, la quale aumenta l’energia e induce il rilascio di endorfine, neurotrasmettitori le cui proprietà donano maggiore tranquillità e serenità.